SEI IL VISITATORE

LABORATORIO 2 di BELLETTI e ROBERTO


COPPIE MISTE, FAMIGLIE MISTE NELLA SOCIETA' INTERCULTURALE

Abbiamo iniziato il laboratorio con le presentazioni prendendo contatto con la diversità dei partecipanti per provenienza geografica, scuole di formazione frequentate e di strutture di appartenenza ma con il denominatore comune di essere consulenti familiari. Prima di presentare il caso di una coppia mista ed avviare la fase operativa sul percorso di consulenza abbiamo distribuito un questionario favorendo la riflessione e lo scambio di opinioni prima di tutto sul tema del convegno: la diversità:
1 Quale significato ha per te la parola diversità?
2 Quali sensazioni hai provato nell’ascoltare la relazione di stamattina sul tema della diversità?
3 Ti sei fatto una opinione?

Poi abbiamo presentato ai partecipanti altre domande più attinenti al tema del laboratorio, a cui i presenti potevano rispondere con una di 4 risposte: Molto, Abbastanza, Poco, Per niente.
4.Quanto ti trovi d’accordo con le seguenti  affermazioni?
a. Gli immigrati sono necessari per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare.
b. Nell’attribuzione degli alloggi popolari, a parità di requisiti, gli italiani dovrebbero avere la precedenza sugli immigrati.
c. Gli immigrati ricevono dallo Stato (governo, regioni, comuni, etc.), in termini di assistenza, sanità, scuola e pensioni, più di quello che versano in termini di tasse.
d. I bambini che nascono nelle famiglie immigrate sono essenziali per compensare i pochi figli che nascono nelle famiglie italiane.
e. L'aumento degli immigrati favorisce il diffondersi del degrado e della criminalità.
f. Gli immigrati che risiedono da alcuni anni in Italia, anche se non hanno la cittadinanza italiana dovrebbero avere il diritto a votare nelle elezioni comunali.
g. Gli immigrati dovrebbero impegnarsi di più nella conoscenza delle regole, delle tradizioni e della cultura italiane
5. Secondo te, in che misura i matrimoni e le unioni miste tra italiani e immigrati, possono produrre:
a. Maggiori problemi di tenuta del rapporto di coppia (ad esempio conflitti tra coniugi, separazioni, divorzi)?
b. Più problemi nell’educazione dei figli?
c. Maggiori possibilità di integrazione culturale?
6. Quanto ti trovi d’accordo con le seguenti affermazioni?
a. Nella scuola dell’obbligo, la presenza di molti figli di immigrati incide spesso negativamente sul rendimento scolastico della classe.
b. Se vogliono avere la cittadinanza  italiana, gli immigrati devono dimostrare di sapere bene l’italiano.
7. Nel Censimento del 2011 l’ISTAT ha detto che in Italia siamo circa 60 milioni di abitanti. Secondo te, tra questi, quanti milioni di stranieri ci sono?
8. Quanto ti trovi d’accordo con le seguenti affermazioni?
a. L'Italia è degli italiani e non c'è posto per gli immigrati.
b. Il ricongiungimento dei familiari più stretti (coniuge e figli) degli immigrati regolari presenti in Italia favorisce la loro integrazione sociale.
9. Secondo te quanto sono facilmente integrabili gli immigrati che provengono dalle seguenti zone geografiche?
Mi dici se per te sono molto, abbastanza, poco o per niente integrabili?
a)        Albania
b)        Romania
c)         Altri paesi dell’Europa dell’Est (Moldavia, Russia…)
c)         Nord africa (Marocco, Tunisia…)
d)        Altri paesi africani (Nigeria, Costa d’Avorio…)
e)        Cina
f)         Altri paesi asiatici (India, Sri Lanka, Filippine…)
g)        America Latina
Il lavoro di gruppo è stato approfondito anche attraverso la presentazione di un power point  contenente punti chiave e dati statistici da tenere in considerazione nel condurre una consulenza ad una coppia mista:


1.   Definizione di coppia mista
Nell’esaminare il tema della differenza  dobbiamo necessariamente tener presente  l'idea (per molte culture essenziale) che i matrimoni vengono scelti dalle famiglie, e non dalla coppia come ci dimostrano recenti fatti di cronaca così come la tradizione delle  “spose bambine”.  Prima del Diciannovesimo secolo era una pratica diffusa in tutto il mondo mentre oggi è vietata da numerose convenzioni internazionali e considerata una grave violazione dei diritti umani. Tuttavia attualmente sono 700 milioni (circa il 10 per cento della popolazione del pianeta) le donne che si sono sposate prima di aver compiuto la maggiore età. La roccaforte di questa centenaria tradizione è l’India, che ospita il 40% dei matrimoni infantili a livello globale: una ragazza indiana su tre è una “sposa bambina”.
Nel passato la coppia era “mista” quando i partner non condividevano  l’appartenenza al ceto sociale o a professioni differenti. Questi erano gli aspetti fondamentali per la definizione dell’individuo, del proprio posizionamento sociale e della sua identità. Fino a 30 anni fa anche la provenienza regionale nord/sud era criterio fondamentale nelle relazioni, oggi la forte presenza di stranieri fa balzare in primo piano le differenze culturali, religiose, etniche. Le coppie miste sono sempre più numerose in un mondo dove globalizzazione e immigrazione sono fenomeni dominanti, le relazioni formate da persone che provengono da Paesi diversi, che non condividono la stessa lingua o religione sono all'ordine del giorno. Il fenomeno delle coppie miste in Italia mantiene una forte rilevanza (8/10% sul totale matrimoni) e le difficoltà che queste nuove famiglie devono affrontare assumono un’importanza sociale. Queste unioni hanno un primo importante significato in quanto per un dei due membri rappresenta la stabilizzazione in un nuovo territorio e quindi la necessità di un’integrazione in senso forte nella nazione ( contesto familiare) ospitante.
 2.     Le coppie miste in Italia
Le famiglie con almeno un componente non italiano sono pari a 24.018  (12,4% sul totale – ISTAT 2015, nel 2008 erano 36.918 – 15,0%).
   Prevalentemente primi matrimoni  (15.979 – 2015)
   I matrimoni misti (2015) sono 17.692
    -  13.642 sposo italiano e sposa straniera,
    -   4.050 sposa italiana e sposo straniero.
I divorzi sono molto frequenti nella società attuale, ma nel caso dei matrimoni misti le unioni sono ancora più a rischio:
  Almeno 8 unioni su 10 si sciolgono, contro il 50% dei matrimoni tra italiani.
  Si confermano evidenti difficoltà che queste coppie  devono affrontare a causa di mentalità diverse che faticano a raggiungere un compromesso sui tanti aspetti della vita.
In effetti  il fenomeno del matrimonio misto è in calo dal 2008 (anno di picco 36.918 almeno un coniuge straniero)
 3.            La scelta del partner straniero nelle coppie miste è diverso dalle altre coppie?
Amarsi è qualcosa di estremamente naturale e al tempo stesso di estremamente complesso. La relazione è sempre un incontro tra due persone differenti, un fatto che non caratterizza solo le coppie miste.. I  motivi che spingono a scegliersi un partner straniero sono principalmente tre:
·         Motivazioni non legate alla differenza etnica come l’ amore o la compatibilità
·         Motivazioni legate all’etnia. L’attrazione per una persona ‘esotica’ viene riportato da entrambi i partner, invece la donna straniera apprezza anche la maggiore indipendenza offerta dalla società italiana.
·         Status sociale. Il partner straniero vede nel matrimonio una possibilità di riscatto e una via per abbandonare lo status marginale ( es. matrimoni tra badanti ed assistiti)

TIPO DI MATRIMONIO - 2008

                               TIPOLOGIA DI COPPIA

Almeno uno straniero
Entrambi italiani

Religioso
Civile
totale
religioso
civile
totale
primi matrimoni
4.609
(17,2%)
22.118
(82,8%)
26.727
148.598
80,0%
37.151
(20,0%)
185.749
matrimoni succ.
351
(3,4%)
9.840
(96,6%)
10.191
2.473
(10,3%)
21.473
(89,7%)
23.946
totale
4.960
(13,4%)
31.958
(86,6%)
36.918
151.071
(72,0%)
58.624
(28,0%)
209.695

TIPO DI MATRIMONIO - 2015
                                  TIPOLOGIA DI COPPIA

Almeno uno straniero
Entrambi italiani

Religioso
Civile
totale
religioso
civile
totale
primi matrimoni
2.760
(17,3%)
13.219
(82,7%)
15.979
101.118
69,8%
43.701
(30,2%)
144.819
matrimoni succ.
280
(3,5%)
7.759
(96,5%)
8.039
2.175
(8,5%)
23.365
(91,5%)
25.540
totale
3.040
(12,7%)
20.978
(87,3%)
24.018
103.293
(60,6%)
67.066
(39,4%)
170.359


Matrimoni con almeno uno sposo straniero 2015

NORD OVEST
NORD
EST
CENTRO
SUD
ISOLE
TOTALE
Sposo italiano - sposa straniera
3.983
3.439
3.163
2.106
951
13.642
Sposa italiana – sposo straniero
1.288
1.026
876
603
257
4.050
Entrambi stranieri
1.659
2.372
1.392
596
307
6.326
TOTALE
6.930
6.837
5.431
3.305
1.515
24.018

Successivamente abbiamo analizzato un caso di una consulenza ad una coppia mista e abbiamo definito un percorso di consulenza.
Il Caso
Lei 46 anni italiana, prima di due figlie con storia di migrazione familiare in Germania negli anni dell’adolescenza e successivo rientro in Italia all’età di 20 anni. Durante un viaggio a Cuba,all’età di 23 anni, conosce un giovane cubano e inizia con lui una relazione. Decide di prolungare la vacanza a Cuba per poter conoscere meglio questo ragazzo poiché sente di essersi innamorata. Vivono un periodo molto bello poi lei deve necessariamente rientrare in Italia richiamata dai genitori che la attendono nell’azienda di famiglia dove lavora. Con sofferenza si separano con la promessa di trovare una soluzione per restare insieme. Al rientro in Italia scopre di essere incinta e decide che quel bambino lo vuole a tutti i costi e desidera sposarsi per consentire a lui di venire in Italia per coronare il loro sogno. La famiglia non approva e ostacola questo progetto convinta che lui voglia sposarsi per avere una buona sistemazione ed uscire dalla condizione di povertà in cui vive. Dopo tante discussioni la famiglia acconsente alle nozze purché sia lui a trasferirsi in Italia e a non pretendere in futuro di portare figlia e nipote a Cuba se non per periodi di visita alla famiglia di origine. Afferma di non essersi mai pentita della scelta che ha fatto, ama molto suo marito e i suoi figli e comprende la difficoltà che lui vive. E’ consapevole che lui ha affrontato molte difficoltà per integrarsi, per farsi accettare e che per amore ha lasciato la sua terra di cui ha tanta nostalgia. Tende a proteggerlo e a farsi carico di tutta la famiglia nei momenti in cui lo vede più nostalgico e fragile.
Lui 50 anni cubano, sesto di otto figli con storia di povertà e trascuratezza nella famiglia di origine, svolge lavori saltuari presso alberghi di lusso per turisti . Conosce lei mentre svolge un servizio di assistenza alla spiaggia dell’albergo dove alloggia e inizia a corteggiarla convinto che sarebbe stata solo un’avventura. La relazione si trasforma in un sentimento profondo e al momento della partenza di lei si separa con difficoltà convinto che non l’avrebbe più rivista. Era sicuro che le promesse di lei di tornare per realizzare il loro sogno di stare insieme sarebbero svanite con la lontananza. La notizia dell’attesa di un figlio lo disorienta poiché prova felicità da una parte e paura dall’altra vista la reazione fortemente oppositiva della famiglia di lei, ma anche il timore di come avrebbe reagito la sua famiglia. Sposare una donna italiana, avere un figlio, trasferirsi in un altro paese, lasciare la sua famiglia e la sua terra erano per lui motivo di preoccupazione. Dice di aver trovato la forza di accettare le richieste della famiglia di lei e di fronteggiare le perplessità della sua famiglia, per amore di lei e del loro bambino. Afferma che non è stato facile integrarsi sia nella famiglia di lei sia nel nostro paese. Non è mai riuscito a debellare il pregiudizio che si sia sposato per interesse e per migliorare la sua condizione sociale ed economica. Negli anni ha accusato anche periodi depressivi dovuti a questo senso di spaesamento ma soprattutto , a suo dire, per le trascuratezze vissute nell’infanzia. Attualmente afferma di stare bene in Italia ma di avere forti attacchi di nostalgia della sua terra, della sua cultura che lo portano ad estraniarsi dalla vita quotidiana, dalla relazione con i figli, dal lavoro nell’azienda di famiglia e dalla vita relazionale. Lascia che la gestione della famiglia sia portata avanti da sua moglie.
RICHIESTA
Vengono in consulenza per un problema di rapporti conflittuali con il secondo figlio  di 19 anni che rimprovera al padre di non essere un punto di riferimento per lui, di avergli trasmesso questo senso di smarrimento e non appartenenza. Lo provoca spesso quasi con l’intento di arrivare allo scontro fisico .Rimprovera alla made di proteggere troppo il padre quasi come se fosse un altro figlio, di interferire nel loro rapporto ponendosi sempre dalla parte del padre e di aver privilegiato la cultura e la lingua italiana a scapito di quella cubana. Rimprovera ad entrambi il fatto di essere “ meticcio” , di essere scambiato per migrante , di ricevere atti di bullismo a scuola a causa del suo essere figlio di coppia mista.
I genitori sono in crisi a causa della sofferenza del figlio mista ad aggressività e bisogno di aiuto. Questa situazione li mette in discussione sulla divisione dei ruoli ma anche sul loro progetto coniugale. Chiedono aiuto per migliorare la relazione con il figlio nella speranza di lenire anche la sofferenza familiare  e di coppia che stanno vivendo…….
Siamo al terzo incontro di consulenza  chiediamo al gruppo di consulenti familiare di individuare i punti salienti del percorso di consulenziale e di progettare  insieme l’intervento socio educativo.
Osservazioni emerse nella discussione di gruppo
Prima c’è stato un giro di condivisione sul proprio sentire rispetto al caso e abbiamo invitato i partecipanti a non reprimere pensieri, opinioni, sentimenti, pregiudizi o stereotipi proprio per poter affrontare successivamente su un piano obiettivo di realtà un percorso di consulenza. Il gruppo ha con autenticità e coraggio ha condiviso pensieri quali: sicuramente lui l’ha sposata per venire in Italia e migliorare la sua condizione di vita; i genitori di lei sono troppo invadenti, convinti che la loro cultura sia migliore e impongono alla coppia la loro tradizione.; se lo dovevano immaginare che sarebbero sorti tanti problemi; una donna molto indipendente, potenzialmente più ricca o più colta, può mettere in difficoltà un uomo, soprattutto se cresciuto con una cultura  maschilista; La diversità è sia un ostacolo che una risorsa. Situazione, questa, che si crea anche in coppie non miste; La lingua può essere un ostacolo. Talvolta le incomprensioni possono nascere proprio dalla capacità di esprimersi o comprendersi perfettamente. Ma anche per un lessico famigliare differente; queste unioni difficilmente durano, ci sono troppe differenze da armonizzare: culturali, religiose, etniche, educative,di genere..; I suoceri sono i suoceri in tutte le culture, molto spesso invadenti e convinti di sapere cosa sia meglio per il proprio figlio/a. Purtroppo all'interno di una coppia mista i propri genitori e quelli del  partner possono essere d'ostacolo; non è giusto che le scelte di due adulti vengano pagate dai figli, lo dovevano immaginare che avrebbero avuto difficoltà identitarie e ad integrarsi
In effetti la famiglia mista deve affrontare  le dinamiche che la loro unione innesca su tre diversi livelli:
  1. Livello interindividuale: la relazione coniugale;
  2. Livello intercomunitario: la relazione tra le comunità di appartenenza dei due partner, che non sempre appoggiano le unioni miste, e possono far mancare il loro importante sostegno alla famiglia. Sarà più difficile accettare e appoggiare le unioni quanto più essi appartengono a comunità tra loro lontane,e quindi il matrimonio misto diventa elemento di isolamento;
  3. Livello interstatale: la relazione tra i due stati di cittadinanza dei partner, che si riflette sulla tutela coniugale e della famiglia.
Ogni giorno i partner valicano le frontiere identitarie stabilite dalle proprie matrici culturali, costruendo nuove forme di appartenenza e tracciando nuovi confini. Per certi versi i partner delle coppie miste compiono un vero e proprio atto migratorio quotidiano, allontanandosi dal terreno certo della propria individualità per esplorare i territori sconosciuti dell’altro. Quindi le coppie miste si muovono costantemente su un doppio binario, che vede la dimensione affettiva e relazionale interpersonale soggetta a continui ri -arrangiamenti legati ai valori, alle norme e ai significati partoriti nel mio ampio scenario socio-culturale. Per questo il grado di integrazione dei figli di una coppia mista può dipendere anche dalla volontà dei genitori di far parte della nuova società, e dal grado di quest’ultima di accogliere l’altro.  Il risultato dell’integrazione dipende dalla scelta identitaria effettuata dal figlio, che può variare nel corso della sua esistenza:
-         Identità etnica paterna;
-         Identità etnica materna;
-         Identità della società locale;
-         Identità multiple.
 Fasi della consulenza individuate:
Prima fase : accogliere senza giudizio la richiesta della coppia che è quella di avere aiuto per migliorare la relazione con il figlio nella speranza di lenire anche la sofferenza familiare  e di coppia che stanno vivendo. Vanno ascoltati  e accolti pensieri, sentimenti ed emozioni circa la sofferenza del problema con il figlio, lasciando sullo sfondo le motivazioni che hanno portato i due coniugi ad instaurare una relazione mista confluita nel matrimonio e  nella scelta di risiedere in Italia. Certo questi elementi possono essere esplorati durante il percorso per portare consapevolezza sul loro progetto, ma  visto che la coppia ha una storia di vita di oltre 20 anni non è questo il problema che loro portano.
Seconda fase: lavorare sulla identità di coppia genitoriale tenendo presente le identità etniche paterna e paterna e quanto di questo è stato trasmesso ai figli. Quali i punti critici si evidenziano e quali risorse la coppia  genitoriale ha a disposizione? Sui punti critici vanno forniti strumenti di gestione creativa dei conflitti, esercizi di comunicazione non violenta e vanno valorizzate le risorse aiutandoli a prendersi cura della relazione familiare mediando e valorizzando le differenze. Dobbiamo fare molta attenzione in questa fase poiché aiutarli a decidere come coppia genitoriale quali valori vogliono trasmettere ai figli può diventare un momento che implica, nel qui ed ora, la rinegoziazione tra passato, presente e futuro, rimettendo a volte perfino in discussione tutti gli accordi di “mediazione” già consolidati come coppia.
Terza fase: Progettare insieme modalità operative creative per potenziare le risorse sia individuali che provenienti dalle famiglie e culture di appartenenza. Aiutare la coppia genitoriale ad ideare a casa  rituali familiari atti alla conoscenza della tradizioni di entrambe le famiglie, momenti di condivisione con le famiglie  di origine( es. realizzare videochiamate o andare a trovare i nonni a Cuba … preparare un pranzo con piatti provenienti dalle due culture, raccogliere detti familiari, ricette di cucina, musica; fare insieme al figlio un album fotografico familiare favorendo la narrazione di ricordi e tradizioni) ma anche con l’attuale società di appartenenza. La componente artistica, presente in tutte le professioni di aiuto e di cura, rende visibile la necessaria creatività e intuizione in ogni atto professionale, la capacità di essere innovativi, di cogliere la situazione problematica hic e nunc e individuarne la possibile soluzione in un’armonica sintesi fra creatività, osservazione e analisi della realtà, capacità di scegliere fra diverse opzioni, accompagnati da solida preparazione scientifica.
 Concludendo possiamo dire che in questo laboratorio abbiamo preso consapevolezza che la sfida delle coppie miste è realizzare una vera e propria "transizione culturale" che conduca i partner a prendersi cura anche delle radici culturali del loro legame -senza disconoscerle, anzi valorizzandole- ed integrandole in una originale identità condivisa di coppia. Inoltre abbiamo messo a fuoco che la genitorialità della coppia mista rimane un’esperienza nuova per le famiglie, perché quasi sempre è il primo esempio all’interno delle famiglie di appartenenza della coppia, ma anche all’interno dello stesso contesto sociale e di noi operatori. Il caso esaminato ci ha fatto riflettere sul fatto che il grado di integrazione dei figli di una coppia mista può dipendere anche dalla volontà dei genitori di far parte della nuova società, e dal grado di quest’ultima di accogliere l’altro. Gli effetti  di questo processo si riversano non solo nella relazione di coppia, ma anche in quella genitoriale, e nella costruzione dell’identità della famiglia che si basa sulle culture di appartenenza dei partner. Nel momento in cui emergono le loro caratteristiche, e ad esse si attribuisce pari valore, allora anche la terza cultura della famiglia potrà assumere contorni nuovi e di maggiore intensità.

Riferimenti bibliografici
Fenaroli P., Panari C., “Famiglie “miste” e identità culturali”, Carocci, 2007.
Fruggeri, L. (2005), Diverse Normalità. Psicologia sociale delle relazioni famigliari, Roma: Carocci. 2010.
Gozzoli, C. Regalia, C. (2005), Migrazioni e famiglie. Percorsi, legami e interventi psicosociali,  Bologna: il Mulino.
Monacelli, N. Mancini, T. (2005), “Appartenenze culturali e dinamiche famigliari”., in Fruggeri, L. Diverse Normalità. Psicologia sociale delle relazioni famigliari, Roma: Carocci.
Panari, C. Mancini, T. Fruggeri, L. (2010), “Le sfide delle famiglie interculturali: solo una questione di “appartenenze”? La prospettiva della cultura situata”, in Rivista di Studi Famigliari. Vol.2.
Peruzzi G., “Amori possibili. Le coppie miste nella provincia italiana”, Franco Angeli, 2008
Tognetti Bordogna, M. (2001), Legami familiari e immigrazione: i matrimoni misti, Torino: L’Harmattan Italia.