COPPIE MISTE, FAMIGLIE MISTE NELLA SOCIETA' INTERCULTURALE
Abbiamo
iniziato il laboratorio con le presentazioni prendendo contatto con la
diversità dei partecipanti per provenienza geografica, scuole di formazione frequentate
e di strutture di appartenenza ma con il denominatore comune di essere
consulenti familiari. Prima di presentare il caso di una coppia mista ed
avviare la fase operativa sul percorso di consulenza abbiamo distribuito un
questionario favorendo la riflessione e lo scambio di opinioni prima di tutto sul
tema del convegno: la diversità:
1 Quale significato ha per te la parola diversità?
2 Quali sensazioni hai
provato nell’ascoltare la relazione di stamattina sul tema della diversità?
3 Ti sei fatto una
opinione?
Poi
abbiamo presentato ai partecipanti altre domande più attinenti al tema del laboratorio, a cui i presenti potevano rispondere con una di 4 risposte: Molto, Abbastanza, Poco, Per niente.
4.Quanto ti trovi d’accordo con le
seguenti affermazioni?
a. Gli immigrati sono necessari per
fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare.
b. Nell’attribuzione degli alloggi
popolari, a parità di requisiti, gli italiani dovrebbero avere la precedenza
sugli immigrati.
c. Gli immigrati ricevono dallo Stato
(governo, regioni, comuni, etc.), in termini di assistenza, sanità, scuola e
pensioni, più di quello che versano in termini di tasse.
d. I bambini che nascono nelle
famiglie immigrate sono essenziali per compensare i pochi figli che nascono
nelle famiglie italiane.
e. L'aumento degli immigrati favorisce
il diffondersi del degrado e della criminalità.
f. Gli immigrati che risiedono da
alcuni anni in Italia, anche se non hanno la cittadinanza italiana dovrebbero
avere il diritto a votare nelle elezioni comunali.
g. Gli immigrati dovrebbero impegnarsi
di più nella conoscenza delle regole, delle tradizioni e della cultura italiane
5. Secondo te, in che misura i matrimoni
e le unioni miste tra italiani e immigrati, possono produrre:
a. Maggiori problemi di tenuta del
rapporto di coppia (ad esempio conflitti tra coniugi, separazioni, divorzi)?
b. Più problemi nell’educazione dei
figli?
c. Maggiori possibilità di integrazione
culturale?
6. Quanto ti trovi d’accordo con le
seguenti affermazioni?
a. Nella scuola dell’obbligo, la
presenza di molti figli di immigrati incide spesso negativamente sul rendimento
scolastico della classe.
b. Se vogliono avere la
cittadinanza italiana, gli immigrati
devono dimostrare di sapere bene l’italiano.
7. Nel Censimento del 2011 l’ISTAT ha
detto che in Italia siamo circa 60 milioni di abitanti. Secondo te, tra questi,
quanti milioni di stranieri ci sono?
8. Quanto ti trovi d’accordo con le
seguenti affermazioni?
a. L'Italia è degli italiani e non c'è
posto per gli immigrati.
b. Il ricongiungimento dei familiari
più stretti (coniuge e figli) degli immigrati regolari presenti in Italia
favorisce la loro integrazione sociale.
9. Secondo te quanto sono facilmente
integrabili gli immigrati che provengono dalle seguenti zone geografiche?
Mi dici se per te sono molto,
abbastanza, poco o per niente integrabili?
a) Albania
b) Romania
c)
Altri paesi dell’Europa dell’Est (Moldavia, Russia…)
c) Nord
africa (Marocco, Tunisia…)
d) Altri
paesi africani (Nigeria, Costa d’Avorio…)
e) Cina
f) Altri
paesi asiatici (India, Sri Lanka, Filippine…)
g) America Latina
Il
lavoro di gruppo è stato approfondito anche attraverso la presentazione di un
power point contenente punti chiave e dati statistici da tenere in considerazione nel condurre una
consulenza ad una coppia mista:
1. Definizione
di coppia mista
Nell’esaminare il tema della differenza dobbiamo necessariamente tener presente l'idea (per molte culture essenziale) che i
matrimoni vengono scelti dalle famiglie, e non dalla coppia come ci dimostrano
recenti fatti di cronaca così come la tradizione delle “spose bambine”. Prima del
Diciannovesimo secolo era una pratica diffusa in tutto il mondo mentre oggi è
vietata da numerose convenzioni internazionali e considerata una grave
violazione dei diritti umani. Tuttavia attualmente sono 700 milioni (circa il
10 per cento della popolazione del pianeta) le donne che si sono sposate prima
di aver compiuto la maggiore età. La roccaforte di questa centenaria tradizione
è l’India, che ospita il 40% dei matrimoni infantili a livello globale: una
ragazza indiana su tre è una “sposa bambina”.
Nel passato la coppia era “mista” quando i partner non condividevano l’appartenenza al ceto sociale o a professioni
differenti. Questi erano gli aspetti fondamentali per la definizione
dell’individuo, del proprio posizionamento sociale e della sua identità. Fino a
30 anni fa anche la provenienza regionale nord/sud era criterio fondamentale
nelle relazioni, oggi la forte presenza di stranieri fa balzare in primo
piano le differenze culturali, religiose, etniche. Le coppie miste sono
sempre più numerose in un mondo dove globalizzazione e immigrazione sono fenomeni
dominanti, le relazioni formate da persone che provengono da Paesi diversi, che
non condividono la stessa lingua o religione sono all'ordine del giorno. Il fenomeno delle coppie miste in
Italia mantiene una forte rilevanza (8/10% sul totale matrimoni) e le
difficoltà che queste nuove famiglie devono affrontare assumono un’importanza
sociale. Queste unioni hanno un primo importante significato in quanto per un
dei due membri rappresenta la stabilizzazione in un nuovo territorio e quindi
la necessità di un’integrazione in senso forte nella nazione (
contesto familiare) ospitante.
2. Le coppie miste in
Italia
Le famiglie con almeno un componente
non italiano sono pari a 24.018 (12,4% sul totale – ISTAT 2015, nel
2008 erano 36.918 – 15,0%).
Prevalentemente primi matrimoni (15.979 – 2015)
I matrimoni misti (2015) sono 17.692
- 13.642 sposo italiano e
sposa straniera,
- 4.050 sposa italiana e
sposo straniero.
I divorzi sono molto frequenti
nella società attuale, ma nel caso dei matrimoni misti le unioni sono ancora
più a rischio:
Almeno 8 unioni su 10
si sciolgono, contro il 50% dei matrimoni tra italiani.
Si confermano
evidenti difficoltà che queste coppie devono affrontare a causa di
mentalità diverse che faticano a raggiungere un compromesso sui tanti aspetti
della vita.
In
effetti il fenomeno del matrimonio misto è in calo dal 2008 (anno
di picco 36.918 almeno un coniuge straniero)
3.
La scelta del partner straniero nelle coppie miste è diverso dalle altre
coppie?
Amarsi
è qualcosa di estremamente naturale e al tempo stesso di estremamente
complesso. La relazione è sempre un incontro
tra due persone differenti, un fatto che non caratterizza solo le coppie miste..
I motivi che spingono a scegliersi un partner
straniero sono principalmente tre:
·
Motivazioni non legate alla differenza etnica come l’
amore o la compatibilità
·
Motivazioni legate all’etnia. L’attrazione per una
persona ‘esotica’ viene riportato da entrambi i partner, invece la donna
straniera apprezza anche la maggiore indipendenza offerta dalla società
italiana.
·
Status sociale. Il partner straniero vede nel matrimonio
una possibilità di riscatto e una via per abbandonare lo status marginale ( es.
matrimoni tra badanti ed assistiti)
TIPO
DI MATRIMONIO - 2008
TIPOLOGIA DI
COPPIA
|
||||||
Almeno
uno straniero
|
Entrambi
italiani
|
|||||
Religioso
|
Civile
|
totale
|
religioso
|
civile
|
totale
|
|
primi
matrimoni
|
4.609
(17,2%)
|
22.118
(82,8%)
|
26.727
|
148.598
80,0%
|
37.151
(20,0%)
|
185.749
|
matrimoni
succ.
|
351
(3,4%)
|
9.840
(96,6%)
|
10.191
|
2.473
(10,3%)
|
21.473
(89,7%)
|
23.946
|
totale
|
4.960
(13,4%)
|
31.958
(86,6%)
|
36.918
|
151.071
(72,0%)
|
58.624
(28,0%)
|
209.695
|
TIPO
DI MATRIMONIO - 2015
TIPOLOGIA DI COPPIA
|
||||||
Almeno
uno straniero
|
Entrambi
italiani
|
|||||
Religioso
|
Civile
|
totale
|
religioso
|
civile
|
totale
|
|
primi matrimoni
|
2.760
(17,3%)
|
13.219
(82,7%)
|
15.979
|
101.118
69,8%
|
43.701
(30,2%)
|
144.819
|
matrimoni succ.
|
280
(3,5%)
|
7.759
(96,5%)
|
8.039
|
2.175
(8,5%)
|
23.365
(91,5%)
|
25.540
|
totale
|
3.040
(12,7%)
|
20.978
(87,3%)
|
24.018
|
103.293
(60,6%)
|
67.066
(39,4%)
|
170.359
|
Matrimoni con almeno uno sposo straniero 2015
|
||||||
NORD OVEST
|
NORD
EST
|
CENTRO
|
SUD
|
ISOLE
|
TOTALE
|
|
Sposo italiano - sposa straniera
|
3.983
|
3.439
|
3.163
|
2.106
|
951
|
13.642
|
Sposa italiana – sposo straniero
|
1.288
|
1.026
|
876
|
603
|
257
|
4.050
|
Entrambi stranieri
|
1.659
|
2.372
|
1.392
|
596
|
307
|
6.326
|
TOTALE
|
6.930
|
6.837
|
5.431
|
3.305
|
1.515
|
24.018
|
Successivamente
abbiamo analizzato un caso di una consulenza ad una coppia mista e abbiamo definito
un percorso di consulenza.
Il Caso
Lei 46 anni italiana,
prima di due figlie con storia di migrazione familiare in Germania negli anni
dell’adolescenza e successivo rientro in Italia all’età di 20 anni. Durante un
viaggio a Cuba,all’età di 23 anni, conosce un giovane cubano e inizia con lui
una relazione. Decide di prolungare la vacanza a Cuba per poter conoscere
meglio questo ragazzo poiché sente di essersi innamorata. Vivono un periodo
molto bello poi lei deve necessariamente rientrare in Italia richiamata dai
genitori che la attendono nell’azienda di famiglia dove lavora. Con sofferenza
si separano con la promessa di trovare una soluzione per restare insieme. Al
rientro in Italia scopre di essere incinta e decide che quel bambino lo vuole a
tutti i costi e desidera sposarsi per consentire a lui di venire in Italia per
coronare il loro sogno. La famiglia non approva e ostacola questo progetto
convinta che lui voglia sposarsi per avere una buona sistemazione ed uscire
dalla condizione di povertà in cui vive. Dopo tante discussioni la famiglia
acconsente alle nozze purché sia lui a trasferirsi in Italia e a non pretendere
in futuro di portare figlia e nipote a Cuba se non per periodi di visita alla
famiglia di origine. Afferma di non essersi mai pentita della scelta che ha
fatto, ama molto suo marito e i suoi figli e comprende la difficoltà che lui
vive. E’ consapevole che lui ha affrontato molte difficoltà per integrarsi, per
farsi accettare e che per amore ha lasciato la sua terra di cui ha tanta
nostalgia. Tende a proteggerlo e a farsi carico di tutta la famiglia nei
momenti in cui lo vede più nostalgico e fragile.
Lui 50 anni cubano, sesto
di otto figli con storia di povertà e trascuratezza nella famiglia di origine,
svolge lavori saltuari presso alberghi di lusso per turisti . Conosce lei
mentre svolge un servizio di assistenza alla spiaggia dell’albergo dove
alloggia e inizia a corteggiarla convinto che sarebbe stata solo un’avventura.
La relazione si trasforma in un sentimento profondo e al momento della partenza
di lei si separa con difficoltà convinto che non l’avrebbe più rivista. Era
sicuro che le promesse di lei di tornare per realizzare il loro sogno di stare
insieme sarebbero svanite con la lontananza. La notizia dell’attesa di un
figlio lo disorienta poiché prova felicità da una parte e paura dall’altra
vista la reazione fortemente oppositiva della famiglia di lei, ma anche il
timore di come avrebbe reagito la sua famiglia. Sposare una donna italiana,
avere un figlio, trasferirsi in un altro paese, lasciare la sua famiglia e la
sua terra erano per lui motivo di preoccupazione. Dice di aver trovato la forza
di accettare le richieste della famiglia di lei e di fronteggiare le
perplessità della sua famiglia, per amore di lei e del loro bambino. Afferma
che non è stato facile integrarsi sia nella famiglia di lei sia nel nostro
paese. Non è mai riuscito a debellare il pregiudizio che si sia sposato per
interesse e per migliorare la sua condizione sociale ed economica. Negli anni
ha accusato anche periodi depressivi dovuti a questo senso di spaesamento ma
soprattutto , a suo dire, per le trascuratezze vissute nell’infanzia. Attualmente
afferma di stare bene in Italia ma di avere forti attacchi di nostalgia della
sua terra, della sua cultura che lo portano ad estraniarsi dalla vita
quotidiana, dalla relazione con i figli, dal lavoro nell’azienda di famiglia e
dalla vita relazionale. Lascia che la gestione della famiglia sia portata
avanti da sua moglie.
RICHIESTA
Vengono
in consulenza per un problema di rapporti conflittuali con il secondo
figlio di 19 anni che rimprovera al
padre di non essere un punto di riferimento per lui, di avergli trasmesso
questo senso di smarrimento e non appartenenza. Lo provoca spesso quasi con
l’intento di arrivare allo scontro fisico .Rimprovera alla made di proteggere
troppo il padre quasi come se fosse un altro figlio, di interferire nel loro
rapporto ponendosi sempre dalla parte del padre e di aver privilegiato la
cultura e la lingua italiana a scapito di quella cubana. Rimprovera ad entrambi
il fatto di essere “ meticcio” , di essere scambiato per migrante , di ricevere
atti di bullismo a scuola a causa del suo essere figlio di coppia mista.
I
genitori sono in crisi a causa della sofferenza del figlio mista ad
aggressività e bisogno di aiuto. Questa situazione li mette in discussione
sulla divisione dei ruoli ma anche sul loro progetto coniugale. Chiedono aiuto
per migliorare la relazione con il figlio nella speranza di lenire anche la
sofferenza familiare e di coppia che
stanno vivendo…….
Siamo
al terzo incontro di consulenza chiediamo al gruppo di consulenti familiare
di individuare i punti salienti del percorso di consulenziale e di
progettare insieme l’intervento socio
educativo.
Osservazioni emerse nella discussione di
gruppo
Prima c’è stato un giro di
condivisione sul proprio sentire rispetto al caso e abbiamo invitato i
partecipanti a non reprimere pensieri, opinioni, sentimenti, pregiudizi o
stereotipi proprio per poter affrontare successivamente su un piano obiettivo
di realtà un percorso di consulenza. Il gruppo ha con autenticità e coraggio ha
condiviso pensieri quali: sicuramente lui
l’ha sposata per venire in Italia e migliorare la sua condizione di vita; i
genitori di lei sono troppo invadenti, convinti che la loro
cultura sia migliore e impongono alla coppia la loro tradizione.; se lo dovevano immaginare che sarebbero sorti
tanti problemi; una
donna molto indipendente, potenzialmente più ricca o più colta, può mettere in
difficoltà un uomo, soprattutto se cresciuto con una cultura maschilista; La diversità è sia un ostacolo
che una risorsa. Situazione, questa, che si crea anche in coppie non miste; La
lingua può essere un ostacolo. Talvolta le incomprensioni possono nascere
proprio dalla capacità di esprimersi o comprendersi perfettamente. Ma anche per
un lessico famigliare differente; queste unioni difficilmente durano, ci sono
troppe differenze da armonizzare: culturali,
religiose, etniche, educative,di genere..; I suoceri sono i suoceri in tutte le
culture, molto spesso invadenti e convinti di sapere cosa sia meglio per il
proprio figlio/a. Purtroppo all'interno di una coppia mista i propri genitori e
quelli del partner possono essere
d'ostacolo; non è giusto che le scelte di due adulti vengano pagate dai figli,
lo dovevano immaginare che avrebbero avuto difficoltà identitarie e ad
integrarsi
In effetti la famiglia mista deve affrontare le dinamiche che la loro unione innesca su
tre diversi livelli:
- Livello
interindividuale: la relazione coniugale;
- Livello
intercomunitario: la relazione tra le comunità di appartenenza
dei due partner, che non sempre appoggiano le unioni miste, e possono far
mancare il loro importante sostegno alla famiglia. Sarà più difficile
accettare e appoggiare le unioni quanto più essi appartengono a comunità
tra loro lontane,e quindi il matrimonio misto diventa elemento di
isolamento;
- Livello interstatale: la relazione tra i due stati di cittadinanza dei partner, che si riflette sulla tutela coniugale e della famiglia.
Ogni giorno i partner
valicano le frontiere identitarie stabilite dalle proprie matrici culturali,
costruendo nuove forme di appartenenza e tracciando nuovi confini. Per certi
versi i partner delle coppie miste compiono un vero e proprio atto
migratorio quotidiano, allontanandosi dal terreno certo della propria
individualità per esplorare i territori sconosciuti dell’altro. Quindi le
coppie miste si muovono costantemente su un doppio binario, che vede la
dimensione affettiva e relazionale interpersonale soggetta a continui ri -arrangiamenti
legati ai valori, alle norme e ai significati partoriti nel mio ampio scenario
socio-culturale. Per questo il grado di integrazione dei figli di una coppia
mista può dipendere anche dalla volontà dei genitori di far parte della nuova
società, e dal grado di quest’ultima di accogliere l’altro. Il risultato dell’integrazione dipende dalla
scelta identitaria effettuata dal figlio, che può variare nel corso della sua
esistenza:
-
Identità etnica paterna;
-
Identità etnica materna;
-
Identità della società
locale;
-
Identità multiple.
Fasi della consulenza
individuate:
Prima fase : accogliere senza giudizio la richiesta della coppia che è quella di avere aiuto
per migliorare la relazione con il figlio nella speranza di lenire anche la
sofferenza familiare e di coppia che
stanno vivendo. Vanno ascoltati e accolti pensieri, sentimenti ed emozioni
circa la sofferenza del problema con il figlio, lasciando sullo sfondo le
motivazioni che hanno portato i due coniugi ad instaurare una relazione mista
confluita nel matrimonio e nella scelta
di risiedere in Italia. Certo questi elementi possono essere esplorati durante
il percorso per portare consapevolezza sul loro progetto, ma visto che la coppia ha una storia di vita di
oltre 20 anni non è questo il problema che loro portano.
Seconda fase: lavorare sulla identità di coppia genitoriale tenendo presente le
identità etniche paterna e paterna e quanto di questo è stato trasmesso ai
figli. Quali i punti critici si evidenziano e quali risorse la coppia genitoriale ha a disposizione? Sui punti
critici vanno forniti strumenti di gestione creativa dei conflitti, esercizi di
comunicazione non violenta e vanno valorizzate le risorse aiutandoli a
prendersi cura della relazione familiare mediando e valorizzando le differenze.
Dobbiamo fare molta attenzione in questa fase poiché aiutarli a decidere come
coppia genitoriale quali valori vogliono trasmettere ai figli può diventare un
momento che implica, nel qui ed ora, la rinegoziazione tra passato, presente e
futuro, rimettendo a volte perfino in discussione tutti gli accordi di
“mediazione” già consolidati come coppia.
Terza fase: Progettare
insieme modalità operative creative per potenziare le risorse sia individuali che provenienti dalle famiglie e
culture di appartenenza. Aiutare la coppia genitoriale ad ideare a casa rituali familiari atti alla conoscenza della
tradizioni di entrambe le famiglie, momenti di condivisione con le
famiglie di origine( es. realizzare
videochiamate o andare a trovare i nonni a Cuba … preparare un pranzo con
piatti provenienti dalle due culture, raccogliere detti familiari, ricette di
cucina, musica; fare insieme al figlio un album fotografico familiare favorendo
la narrazione di ricordi e tradizioni) ma anche con l’attuale società di
appartenenza. La
componente artistica, presente in tutte le professioni di aiuto e di cura,
rende visibile la necessaria creatività e intuizione in ogni atto
professionale, la capacità di essere innovativi, di cogliere la situazione
problematica hic e nunc e individuarne la possibile soluzione in un’armonica
sintesi fra creatività, osservazione e analisi della realtà, capacità di
scegliere fra diverse opzioni, accompagnati da solida preparazione scientifica.
Concludendo possiamo dire
che in questo laboratorio abbiamo preso consapevolezza che la sfida
delle coppie miste è realizzare una vera e propria "transizione culturale" che conduca i partner a prendersi cura
anche delle radici culturali del loro legame -senza disconoscerle, anzi
valorizzandole- ed integrandole in una originale identità condivisa di coppia.
Inoltre abbiamo messo a fuoco che la genitorialità della coppia mista rimane un’esperienza nuova per le
famiglie, perché quasi sempre è il primo esempio all’interno delle famiglie di
appartenenza della coppia, ma anche all’interno dello stesso contesto sociale e
di noi operatori.
Il caso esaminato ci ha fatto riflettere sul fatto che
il grado di integrazione dei figli di una coppia mista può dipendere anche
dalla volontà dei genitori di far parte della nuova società, e dal grado di
quest’ultima di accogliere l’altro. Gli effetti di questo processo si riversano non solo nella
relazione di coppia, ma anche in quella genitoriale, e nella costruzione
dell’identità della famiglia che si basa sulle culture di appartenenza dei
partner. Nel momento in cui emergono le loro caratteristiche, e ad esse si
attribuisce pari valore, allora anche la terza
cultura della famiglia potrà assumere contorni nuovi e di maggiore
intensità.
Riferimenti bibliografici
Fenaroli P., Panari
C., “Famiglie “miste” e identità culturali”, Carocci, 2007.
Fruggeri, L. (2005), Diverse Normalità. Psicologia
sociale delle relazioni famigliari, Roma: Carocci. 2010.
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Bologna: il Mulino.
Monacelli, N. Mancini, T. (2005), “Appartenenze
culturali e dinamiche famigliari”., in Fruggeri, L. Diverse Normalità. Psicologia sociale delle relazioni famigliari, Roma:
Carocci.
Panari, C. Mancini, T. Fruggeri, L. (2010), “Le sfide
delle famiglie interculturali: solo una questione di “appartenenze”? La
prospettiva della cultura situata”, in Rivista di Studi Famigliari.
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Peruzzi
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2008
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familiari e immigrazione: i matrimoni misti, Torino:
L’Harmattan Italia.